Slow Turism: la rinascita dell’uomo a contatto con la natura

In un periodo di crisi senza precedenti come questo anche il settore del turismo risentirà degli effetti generati dalla pandemia del Coronavirus. Eppure anche un settore così fortemente colpito potrebbe avere una grande opportunità: far riscoprire il volto di un Italia autentica ma soprattutto inedita.

Ridiscutere il settore turistico ai tempi del Covid-19

La diffusione del Coronavirus in Italia e nel resto del mondo cambierà radicalmente le nostre abitudini: dal lavoro all’esercizio fisico, le giornate di shopping e le uscite con gli amici, la nostra salute e quella dei nostri cari. È questa l’analisi che fa Gordon Lichfield, direttore di MIT Technology Review, prestigiosa rivista americana.

«La maggior parte di noi – sostiene l’esperto – probabilmente non ha ancora capito, e lo farà presto, che le cose non torneranno alla normalità dopo qualche settimana o addirittura dopo qualche mese. Alcune cose non torneranno mai più».

Questa nuova tendenza, secondo Technology Review, sarà un colpo duro per le aziende che si reggono sulle reunion di massa, che raccolgono un gran numero di persone: pensiamo ai ristoranti, caffè, bar, discoteche, palestre, teatri, cinema, centri commerciali, musei, concerti e luoghi sportivi. Ma a patire il nuovo cambiamento saranno anche i trasporti pubblici, le compagnie aeree e navali. Una visione apocalittica, se vogliamo, ma che deve far riflettere tutti i protagonisti in campo: dal produttore alle grandi catene di distribuzione fino ai consumatori.

 

Cosa ne pensano gli italiani?

Da un recente ricerca telematica condotta dall’ istituto di ricerche di mercato EMG Acqua su un campione significativo della popolazione, è emerso che 7 italiani su 10 vorrebbero riprogettare le loro vacanze.  Questo sentimento è maturato dalla voglia di evasione dalla situazione di reclusione forzata data dalla quarantena di queste ultime settimane. Lasciarsi alle spalle questo periodo che ha messo le vite degli italiani in pausa quindi, ma con cautela.

“L’indagine – spiega Fabrizio Masia, Direttore Generale di EMG Acqua – dipinge la grande voglia di ritorno alla vita, di godersi le agognate ferie, ma non cancella la preoccupazione legata a questo male maledetto e misterioso, il Covid-19: la grande maggioranza dei nostri concittadini tende, infatti, a puntare su località italiane, quelle più prossime, quelle di cui si ha maggiore conoscenza, quelle dalle quali si può eventualmente immaginare un rapido rientro a casa. In primis sono preferiti i siti balneari, anche se tanti non disdegnano quelli montani”.

La risposta risiede nell’autentico

È in questo contesto che riprende la sua ragion d’essere il Movimento Slow, una vera e propria filosofia di vita che si applica in vari settori come l’enogastronomia, l’amministrazione pubblica per arrivare al turismo. Si chiama “Slow Turism” e si traduce con “turismo lento”: è un modo di viaggiare diffusosi negli ultimi anni in tutto il mondo e nasce in contrapposizione al turismo di massa, veloce, mordi e fuggi, delle crociere e degli short break in grandi città. Un turismo inflazionato quindi, che ci ha portato in pochi decenni ad avere una pesante eredità dal punto di vista climatico e non solo

L’idea che sta dietro lo Slow Turism è la valorizzazione della qualità dell’esperienza turistica vissuta, facendo immergere il viaggiatore nella cultura locale del territorio. In una parola: rispetto. Non soltanto delle tradizioni e gli abitanti del posto, ma anche e soprattutto per l’ambiente e l’ecosistema che si respira e si vive durante il soggiorno. È un viaggio che valorizza e promuove il territorio in modo responsabile e sostenibile.

 

Slow tourism: una scelta, tante tipologie!

Ma quali sono le tipologie di Slow Turism? A ben vedere, ce ne sono diversi e già abbondantemente praticati da chi sceglie di dare una forma diversa alla propria esperienza turistica. Tra questi si trovano: il trekking e i cammini, il cicloturismo, il birdwatching, le ippovie, il turismo fluviale e acquatico in generale. Sono tutti tipo di turismo che vogliono lasciare un impatto ecologico minore e una fruizione del territorio autentica. La lentezza, quindi, è la chiave per assaporare pienamente il valore di un territorio e farlo rinascere. Dal turismo lento, infatti, ne gioverebbero sì i viaggiatori curiosi di addentrarsi nel vivo di un paese sperduto in mezzo a una montagna piuttosto che un villaggio in aperta pianura, ma anche i ristoratori e gli albergatori del posto.

 

Slow tourism: dove alloggiare? 

Tra le esperienze di viaggio indicate come Slow Turism, ci sono poi alcune tipologie di alloggio che combaciano perfettamente con la filosofia del turismo lento: in particolare, si tratta di alberghi diffusi, gli agriturismi e i bed&breakfast, che permettono al viaggiatore di sentirsi maggiormente coinvolto nel tessuto locale oltre a rendere il soggiorno più sostenibile rispetto al turismo di massa. Tra questi, gli alberghi diffusi sono una novità nel panorama turistico italiano: si tratta di immobili abbandonati all’interno di un borgo, che vengono recuperati e adibiti a mo’ di alberghi, ma resi unici dall’informalità dei proprietari che abitano il posto. Ci si troverà così ad assaggiare i prodotti tipici locali fatti in casa, visitare gli orti coltivati come un tempo o sorseggiare un amaro (rigorosamente locale!) gentilmente offerto dagli abitanti del borgo.

Per chi invece preferisce uno Slow Turism più chic, c’è il glamping: la nuova frontiera del turismo green. A metà tra “camping” e “glamour”, questa nuova modalità d’intendere il turismo sta spopolando sia in Italia che nel resto del mondo. È un’immersione autentica nel bel mezzo della natura in vere e proprie tende sì, ma che offrono servizi di un classico hotel: dimenticatevi il picco e il materassino da boyscout, e immaginatevi in una suite cinque stelle dotati di letti veri e propri, biancheria, calde coperte e morbidi cuscini, mobili di design, elettricità e bagno annessi. Il tutto, accerchiati da paesaggi mozzafiato. Un altro modo di pensare alla propria gita fuori porta, ora che i tempi cambieranno e le nostre uscite saranno sempre più brevi, ma sempre nell’ottica del turismo lento, che fa attenzione alla bellezza da cui si è circondati e la rispetta.

 

A cura di Francesca Matta

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